La tipologia di impianto adottata è quella a ciclo combinato, basato su una turbina a gas e una turbina a vapore. Attraverso il riutilizzo dei flussi caldi originati dalla combustione del gas naturale nella turbina a gas, viene prodotto vapore ad alta pressione che alimenta la seconda turbina a vapore. Tale scelta è dettata dai vantaggi che questa tecnologia, considerata la più efficiente sul mercato, comporta:
• basso impatto ambientale
• rendimento energetico più elevato
• riduzione dei costi
• minore emissione di gas a effetto serra
L’area industriale dismessa “ex-Pozzi” di Sparanise è stata ritenuta la più adatta per la realizzazione della centrale, a seguito di un’approfondita valutazione basata su diversi criteri:
• Impatto ambientale
• Popolazione residente
• Presenza di industrie
• Emissioni
• Vincoli paesaggistici
L’impianto è composto da due moduli distinti da 380 MW per un totale di 760 MW, perché questa scelta riduce i costi e minimizza l’impatto sul territorio.
La centrale è progettata per utilizzare solo gas naturale, e nessun altro combustibile. Questa scelta è allineata all’impegno di Calenia per il contenimento dell’impatto ambientale: il gas infatti è il combustibile fossile meno inquinante, che riduce notevolmente le possibilità di inquinamento da zolfo e polveri.
La principale fonte di inquinamento è data dai fumi della combustione, che vengono dispersi in atmosfera attraverso due camini alti 50 metri, dotati di stazioni per l’analisi delle emissioni. Gli unici inquinanti nocivi sono ossidi d’azoto (NOx) e il monossido di carbonio (CO) le cui emissioni risultano inferiori a 30mg/Nm3 per NOx e 24 mg/Nm3 per CO, cioè i limiti stringenti imposti dalle leggi europee e dal Ministero della Sanità. Il rispetto di questi limiti è assicurato dal funzionamento delle moderne turbine a gas con funzionamento a secco.
La probabilità di deposito nel terreno di sostanze inquinanti è minima, grazie all’altezza dei camini, 50 metri, e alla temperatura dei fumi di 100°, che garantiscono la dispersione dei fumi nell’atmosfera con qualsiasi condizione climatica.
In ogni caso i valori attesi di concentrazione di NOx sono inferiori alla metà dei limiti di legge europee.
I valori inquinanti vengono sono monitorati 24 ore su 24. I dati vengono raccolti in un sistema informatico centralizzato, e inviati all’ARPAC che li rende consultabili.
No, il funzionamento della centrale non comporta nessuna modifica delle condizioni meteo-climatiche anche nelle aree immediatamente adiacenti alla centrale. Questo perché il meccanismo di raffreddamento della centrale è stato appositamente previsto in aria per cui non vengono rilasciate in atmosfera quantità di vapore rilevanti. Inoltre la variazione della temperatura dell’aria nei pressi della centrale non supera 0,1° C.
Il prelievo idrico dal territorio è notevolmente ridotto grazie ai condensatori ad aria che permettono il recupero e il riutilizzo degli scarichi di caldaia. I prelievi di acqua previsti da pozzo possono essere di 5-10 m3/h.
Le procedure autorizzative prevedono diverse fasi di controllo. La compatibilità ambientale del progetto viene valutata attraverso la Valutazione Impatto Ambientale (VIA). I risultati di tale verifica vengono elaborati dalla Commissione VIA (composta da Ministero dell'Ambiente, dal Ministero dei beni culturali e dalla Regione) e resi pubblici. L’emissione di un decreto di compatibilità ambientale è condizione necessaria sufficiente per le successive fasi di autorizzazione, svolte attraverso conferenze alle quali partecipano i Ministeri di:
• Attività produttive
• Ambiente
• Beni culturali
• Salute
• Comunicazioni
A cui si aggiungono:
• Amministrazioni di Regioni
• Provincia e Comuni coinvolti
• Autorità di bacino
• GRTN
Il decreto autorizzativo emesso comprende una serie di prescrizioni che costituiscono le condizioni vincolanti per l'esercizio della centrale.
Una commissione composta da Ministero dell'Ambiente, Ministero della Salute e CNR ha smentito gli allarmismi sollevati da due ricercatori del CNR basati su un errore di assunzione su dati estratti da uno studio americano. Il documento rilasciato dalla Commissione Ministeriale ha dimostrato la quantità trascurabile di emissioni di polveri sottili (PM10) per un impianto di questa tipologia.
No, le emissioni della centrale sono ben al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge italiana perché l’impianto segue disposizioni in linea con le normative europee relative la tutela della salute e dell’ambiente.
No, in quanto le ricadute sul suolo sono inferiori ai limiti previsti dalla normativa europea per la tutela degli ecosistemi e della vegetazione. Anche dal punto di vista del microclima, la presenza dell’impianto non genera alcuna variazione apprezzabile a livello del suolo e delle colture.
Il progetto della centrale di Calenia è stato oggetto di numerose analisi e approvazioni da parte di:
• Enti Amministrativi Locali (Comuni, Provincia e Regione)
• Ministeri (Ambiente; Attività Produttive, Beni Culturali, Salute)
• Istituto Superiore della Sanità
Tra le varie analisi è stata condotta una Valutazione di Impatto Ambientale, svolta da una commissione di esperti nominati dal Ministero dell’Ambiente, che ha prodotto risultati positivi per quanto concerne la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Inoltre, per garantire il rispetto dei vincoli ambientali imposti dalla legge, è stato installato un sistema di monitoraggio, attivo 24 ore su 24, per verificare le emissioni dei camini della centrale. In aggiunto Calenia ha installato un sistema di centraline per la misurazione delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera.